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Gabriella Salini ha indagato, in modo nuovo, negli scritti autografi di Gabriele D'Annunzio, dall'adolescenza fino agli ultimi giorni di vita, traendone indizi e rivelazioni che ha correlato con le scritture di chi più e in vari modi ha lasciato un'orma nel suo cammino (la madre Luisa de Benedictis, l'amante Eleonora Duse e il gioielliere Mario Buccellati). La sua descrizione delle rivelazioni grafologiche sfuma la discussa esuberanza del "viver inimitabile" del Vate e apre nuove strade e nuove prospettive interpretative anche al lettore più critico, coinvolgendo con la rivelazione grafologica di una genialità sorprendentemente contemporanea e che è stata precoce tiranna nell'adolescenza, poi scenografa delle enigmatiche e sfavillanti maschere del Vate, nonché regista e interprete sciamana dell'intera vita dannunziana e del thriller del suo ultimo respiro, il primo marzo 1936 ultimo giorno di carnevale, il giorno in cui si depone la maschera che si è indossata, così D'Annunzio per sempre.